top of page

La cattivissima scuola del Governo Renzi

  • Immagine del redattore: pcmernestocheguevara
    pcmernestocheguevara
  • 6 gen 2015
  • Tempo di lettura: 2 min

LA CATTIVISSIMA "BUONA" SCUOLA

DEL GOVERNO RENZI

Come sezione del Partito Comunista, abbiamo partecipato all’assemblea indetta dal Liceo Aristofane, dove si è parlato della manovra del Governo Renzi, proprio sulla scuola. Riforma, che si colloca in un processo quasi ventennale, di smantellamento della scuola pubblica, i cui reali artefici non sono i politici di questo o quel partito, ma le richieste suggerite dall’Unione Europea, dal Fondo Monetario Internazionale e dalle lobbies industriali e finanziarie, le quali indirizzano e governano le politiche del Miur e questo spiega il favore bipartisan, con cui le “riforme” vengono solitamente propugnate ed accolte. Riforma della scuola, che viene ancor più inasprita dal momento storico che viviamo, ovvero una crisi indotta, che non si era mai vissuta precedentemente. Le politiche di riduzione del rapporto deficit/PIL e di rientro dal debito pubblico, imposte dall'UE, agiscono principalmente sulla spesa pubblica e sulla fiscalità. In fase di recessione economica, quando il PIL decresce, l'unica via per ridurre il rapporto deficit/PIL, non essendo possibile agire sul denominatore, rimane l'abbattimento del deficit, cioè la riduzione della spesa e l'aumento delle entrate. La riduzione della spesa pubblica si traduce, di fatto, in tagli drastici al finanziamento di servizi essenziali, quali istruzione, sanità, trasporto pubblico, ricerca scientifica, infrastrutture necessarie allo sviluppo, assistenza e previdenza, mentre non vengono minimamente toccate le voci di spesa riguardanti i trasferimenti, a vario titolo, dallo Stato alle grandi imprese e alle banche private, o le missioni di guerra, o l'acquisto di nuove armi, o le grandi opere inutili. L'irriducibile opposizione dei Comunisti all'Unione Europea e alla NATO, che sempre più si caratterizza come il suo braccio militare, assieme ad una strenua difesa degli interessi immediati della classe operaia e degli strati popolari produttivi, deve porsi in modo realistico gli obiettivi dell'uscita da entrambi questi organismi imperialisti e dal sistema dell'euro, del loro smantellamento e dell'azzeramento unilaterale del debito pubblico, della nazionalizzazione di banche e monopoli. La politica scolastica in Italia viene dettata dalle fondazioni private, che hanno lo scopo di smantellare la scuola pubblica per favorire quella privata, con l’aiuto importantissimo delle varie riforme fatte dai governi che fino ad oggi si sono succeduti. Riforme che ogni volta tolgono i finanziamenti alla scuola pubblica per favorire quella privata. Solo in Italia sono tre, le fondazioni private che controllano e orientano le politiche educative: Fondazione Agnelli, Fondazione per la Scuola (Compagnia San Paolo) e Associazione TreeLLLe, tutte espressioni del mondo imprenditoriale e finanziario nostrano sul sistema educativo. Dunque, sarebbe ora di smettere di chiamare le varie “riforme” scolastiche, col nome del politico di turno e intitolarle ad una (se non a tutte) delle fondazioni sopra citate, sarebbe più chiaro per tutti i “colpevoli” e il rapporto di continuità che lega una “riforma” all'altra e la continuità politica che c’è in tutto e per tutto fra P.D. e la destra italiana.


 
 
 

Comments


Featured Posts
Recent Posts
Archive
Search By Tags
Follow Us
  • Facebook Basic Square
  • Twitter Basic Square
  • Google+ Basic Square
bottom of page